Tristano Martinelli e il suo Arlecchino. Una maschera mantovana



Nato il 7 aprile del 1557 a Marcaria, Martinelli si ritrova fin da subito nelle dinamiche del teatro anche grazie al fratello Drusiano. Nel 1576 compare già come attore ad Anversa. Il suo corpo, longilineo e flessuoso, era plastico e adatto a tutte quelle parti più istrioniche. Si lega a molte compagnie, le lascia e poi vi ritorna. Gira l’Italia e l’Europa, soprattutto la Francia. Il 29 aprile 1599 riceve a Mantova l’incarico di soprintendenza su “tutti li comici mercenarii, zaratani, cantinbanco, bagattiglieri, postiggiatori, et che mettono banchi per vender ogli, balotte, saponeti, historie et cose simili”.
Nel 1618 acquista da Alessandro Gonzaga per la cifra di 7.500 scudi il mulino di Bigarello stabilendone la perpetua inalienabilità. La prima parte dell’epigrafe posta esternamente recita così: “mi sono quel bel molin de Bigarel aquistat d’Arlechin, comic famos”. Sì perché Tristano era conosciuto soprattutto per aver portato alla ribalta il personaggio di Arlecchino ma non troverà qui lo spazio lo sterile dibattito sull’invenzione di tale maschera della Commedia dell’Arte.


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