Sordello da Goito, una vita fantastica



Gli studi di gioventù lo portano ad imparare il provenzale, la lingua delle corti. Partono così le vicende del trovatore mantovano. Dopo una prima parte passata tra osterie, risse e debiti di gioco (dei dadi) arriva alla corte ferrarese di Azzo VII d'Este come joglaret novel. Nel 1226 si trova a Verona presso il signore Ricciardo di San Bonifacio, cognato di Ezzelino III da Romano avendone sposato la sorella Cunizza. Probabilmente su istigazione di Ezzelino Sordello ne rapisce la sorella destinazione Treviso. Forse i due già si amavano. Sordello si sposta a Ceneda presso i fratelli Trasso nel loro Castello. Qui ama e sposa segretamente la loro sorella Otha. In seguito l'abbandona e ritorna a Treviso. Nel 1229 sentitosi minacciato dalle vendette dei mariti Sordello si sposta in Francia, in Spagna e in Portogallo. Nel 1233 arriva a Provenza nella corte di Berengario IV. Oltre al ruolo di trovatore e poeta ricopre anche quello di miles e di consigliere politico. Nel 1266 segue l'esercito di Carlo I d'Angiò e viene imprigionato per un anno a Novara in prigione. Assiste in quegli anni alle vittorie di Carlo I d'Angiò e alla sconfitta del ghibellinismo degli Svevi. Muore nel 1269 in una data imprecisata, probabilmente entro agosto quando tutti i suoi feudi passano a Bonifacio di Galibert. 
Bibliografia: Rodolfo Signorini, Sordello da Goito. Troubadour, Mantua Felix, Edizione Sometti 2014 


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