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    Visita alla Mantova Medievale
    Visita a Palazzo Ducale

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    Federico Zuccari e il suo palazzo dalla bocca spalancata

    Nasce nel ducato di Urbino prima di trasferirsi a Roma nella bottega di suo fratello Taddeo Zuccari, pittore già affermato. Lavora a Venezia nel Palazzo Grimani e viaggia insieme a Palladio nel Friuli. Nel 1592 fonda l'Accademia di San Luca di Roma e l'anno seguente ne diventa principe e primo direttore. Nel 1590 intanto compra il lotto di terreno vicino alla Trinità dei Monti sui resti degli antichi giardini di Lucullo. Qui costruisce il suo palazzo con tale accanimento quasi da sfiorare la rovina economica. Muore nel 1609 - un anno dopo la ripartenza da Mantova di Rubens - lasciando la casa agli artisti dell'Accademia. Celebre il portale a mascherone su via Gregoriana, una bocca spalancata che ricorda le coeve meraviglie del Giardino di Bomarzo. Due ultime curiosità. Lo stemma di famiglia sono i pani di zucchero. L'ultimo discendente ...

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    Margherita Gonzaga. Una Corte tutta per sé

    Presso la corte estense Margherita, amante della musica, aveva inaugurata la grande stagione del balletto e del concerto delle donne. La sua artista preferita era Tarquinia Molza, poetessa e musicista modenese. Una volta rimasta vedova Margherita rientra a Mantova dal fratello Vincenzo. Decide però di costruirsi una Corte tutta sua facendo realizzare nel 1599 il monastero di Sant'Orsola che divenne, di fatto, una corte parallela a quella del fratello. Si circonda di artisti tra cui il prefetto alle fabbriche Antonio Maria Viani, il pittore Domenico Fetti e la sorella Giustina Fetti che con il nome di Lucrina continuò la sua attività di pittrice. Sicuramente anche Margherita avrà accolto Rubens nel 1600 e lo avrà portato a visitare il suo nuovo monastero. Morì a Mantova nel 1618. 

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    Essere alla moda al tempo di Rubens

    Farsetto attillato con al collo un collare rotonda a cannelli rigidi; la gioielleria diventa più preziosa e abbondante; i calzari stretti fino al ginocchio; dalle maniche del farsetto esce la camicia; la braca dell'uomo - a metà gamba - si arricchisce della brachetta per evidenziare la virilità e il potere. La parola d'ordine è rigidità: dal collo alla dita dei piedi; severità nella posa e nei gesti. Verso la metà del Seicento il collare diventerà poi una cravatta e il farsetto una marsina che si chiuderà sul petto con lunghe bottoniere. Verrà introdotta la parrucca, prima maschile ed elemento femminile solo alla fine del secolo, il guardinfante della donna un secolo e mezzo dopo diventerà la bella e terribile crinolina. 

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    Frans Pourbus ritrattista ufficiale dei Gonzaga

    Prima al servizio dei governatori asburgici di Bruxelles, nel 1599 conosce Vincenzo che lo porta nella sua corte con il ruolo di ritrattista ufficiale. Frans ci rimane fino al 1609. Nel frattempo la sua opera è richiesta anche nelle corti di Innsbruck, Napoli e Torino. Una volta lasciata Mantova fu al servizio della regina di Francia Maria de' Medici, sorella della duchessa di Mantova Eleonora. Sempre in Francia lavorò poi per i re Enrico IV e Luigi XIII. Nel 1618 fu naturalizzato francese. Infatti morì a Parigi nel 1622. La sua tipologia di ritratto, meno psicologica rispetto a Rubens, veniva ancora molto apprezzata perché espressione della civiltà di corte ricca, alla moda e in un circuito di relazione parentale. Farsi ritrarre da Pourbus era diventato una prassi consolidata e un ingresso nella nobiltà che conta. La sua tipologia di ritratto tuttavia venne superata ...

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    Tasso, Vincenzo e gli Osanna. L'editoria a Mantova a inizio Seicento

    Francesco Osanna, fondatore della nota editoria mantovana, avvia l'attività nel 1577 e l'anno dopo dà alle stampe la "Gerusalemme liberata", dedicata a Don Ferrante Gonzaga principe di Molfetta. Lo stesso anno della nascita di Rubens. Francesco, con decreto ducale del 1588, diventa il tipografo ufficiale dei Gonzaga. Nel 1591 si stampano le Rime. Francesco muore nel 1607, un anno prima della ripartenza di Rubens per Anversa. L'eredità delle tipografia passa ai nipoti Aurelio e Ludovico. Il 13 luglio 1586 il Tasso finisce la sua prigionia a Ferrara e arriva a Mantova. Vi farà ritorno nel marzo del 1591 quando inizia La genealogia di Casa Gonzaga, dedicata a Vincenzo, che si interrompe dopo centodiciannove ottave, per essere pubblicato solo nel 1666, tra le Opere non più stampate dell'edizione romana Dragondelli. Il precedente. Anche il padre Bernardo aveva prestato servizio alla corte ...